Articolo scritto per Aequa da Stefano Nardi
RITROVATO A SCHAFFHAUSEN IL QUADRO SULL'INCENDIO DI CAMERATA
di Stefano Nardi
Sono anni che frequento Camerata Nuova ed ho sentito parlare spesso del quadro che rappresenta l'incendio che il 9 gennaio 1859 distrusse l'antica Camerata (1). Tutti erano convinti che il dipinto fosse a Berlino, nella Galleria Nazionale o in un posto sconosciuto e che l'autore fosse un pittore tedesco che in quel periodo risiedeva a Cervara. Sull'artista si mormoravano nomi come Wechser e Wassermnan, ma c'era incertezza totale.
Nel settembre del 2009, però, al culmine di una serrata ricerca (2), scopro su internet che un pittore svizzero, August Weckesser, aveva dipinto un quadro che si intitolava "Camerata, Felsendorf im Sabinergebirge bei Rom" e che questa è l'unica rappresentazione a noi pervenuta di Camerata intera, com'era, cioè, prima della distruzione (da allora, per distinguerla dall'attuale abitato, i locali la chiamano "CamerataVecchia").
Già questa era una scoperta storica per Camerata Nuova, ma non poteva finire così. Con l'aiuto di Sante Fioravanti scoprimmo che Weckesser era stato l'autore anche del quadro "Brand im Sabinergebirge" (3) e che il dipinto si trovava nel "Museo di Ognissanti" di Schaffhausen, in Svizzera. Mistero risolto!
Può sembrare curioso che il pittore scambi i monti Simbruini per i monti della Sabina e che nel secondo quadro ci sia questo riferimento a Roma. Ma, una volta arrivati a Schaffahausen, ci ha spiegato tutto il direttore del Museo, Roger Fayet, il quale ha suggerito di pensare ad una interpretazione di marketing. Infatti, all'epoca del Grand Tour, come è noto, molti artisti del Nord Europa venivano a visitare questi luoghi attratti da Roma e dalla sua storia legata alla classicità, e in questo contesto i monti Simbruini erano poco conosciuti mentre i Monti della Sabina godevano di una maggiore fama, dato che erano legati al famoso "Ratto delle sabine" descritto in tutti i libri di storia. Insomma, con i nomi conosciuti, i quadri si vendevano di più!
Chi era Weckesser?
Augusto Weckesser era nato il 28.11.1821 a Winterthur (Svizzera), piccola cittadina vicino a Schaffhausen ed a Zurigo, ed è morto l' 11.1.1899 a Roma.
Dopo un periodo di apprendistato come mugnaio nella bottega di famiglia, Weckesser nell'agosto del 1840 frequenta lo studio del ritrattista e pittore di storia David Eduard. Nel 1841 continua gli studi (insegnante Wilhelm von Kaulbach) presso l'Accademia d'Arte di Monaco di Baviera, dove nel 1843-48 possiede un piccolo studio. La mancanza di fondi nel 1848 lo costringe a tornare a Winterthur.
Grazie al sostegno costante dei mecenati Hans Georg Studer e Federico Imhoof-Hotze, Weckesser perfeziona la sua formazione con Johann Caspar Weidenmann.
Nel 1851-53 visita l'Accademia di Anversa: qui Gustaaf Wappers, maestro indiscusso della pittura belga, gli dà la possibilità di acquisire la tecnica del neo-chiaroscuro barocco. In Anversa fa la conoscenza di Ernst Stückelberg (4), con il quale condivide il desiderio di autenticità storica della pittura; questi eserciterà un'influenza decisiva sulla gestualità delle figure di Weckesser.
Si reca a Parigi e al Louvre studia i maestri del passato. Nel 1856-57 ancora una volta si reca a Monaco di Baviera. Nel 1858 Weckesser va a Venezia e Firenze, dove elabora una serie di vedute architettoniche (compresa la "Corte di Palazzo Ducale a Venezia", Kunstmuseum Winterthur) ed a Roma, dove prende la residenza. Da allora non smetterà mai di tornare ogni anno a Roma e, nei mesi estivi, nella valle dell'Aniene.
A Roma, opera in ambienti d'arte tedesca che frequentano l' Antico Caffè Greco, e fa molti viaggi a Napoli, in Sicilia, a Sorrento, a Capri e San Gimignano.
Weckesser nel 1867 è presente all'Esposizione Mondiale a Parigi. Periodicamente fa ritorno in Svizzera. Nel 1896 visitò l'Esposizione nazionale a Ginevra, durante la quale egli fu eletto Commissario della Sezione di Belle Arti.
Nei suoi ultimi anni si dedicò in particolare alle scene di genere italiano, in cui mostra le dure condizioni di vita nei Monti Sabini (leggi Monti Simbruini) e della Valle dell'Aniene). Oltre al quadro su Camerata "paese roccioso", si conoscono le opere: Incendio nei monti della Sabina (1862, Brand im Sabinergebirge, conservato nel Museo di Ognisanti a Schaffhausen), La donazione del pane in occasione della festa di S. Antonio a Cervara nei pressi di Roma (1884, Kunsthaus Zurigo), Cineto Romano e Bergers musiciensaux environs d'Anacapri (1860), che in realtà rappresenta uno scorcio di Cervara di Roma vista dal basso. I due dipinti sono stati in vendita presso la casa d'aste di Zofingen (Svizzera).
Il quadro Brand im Sabinergebirge
Aver visto il quadro da vicino è stata un'emozione unica. Lo scenario è impressionante: Camerata situata su un costone roccioso tutta in fiamme nella luce del mattino e un fiume di persone e animali in fuga che sembrano riversarsi su chi guarda. Due dozzine di persone, per la maggior parte donne e bambini, appaiono sul piazzale di una cappella, a sinistra di una grande croce. Davanti l'avanguardia delle persone sono sciolti cinque animali - tre pecore, una agnellino e un cane che si volta. Il fronte di persone è ampio, suddiviso in gruppi separati. Al centro si vede un giovane uomo barbuto con una mantella che sostiene una vecchia con le stampelle. Accanto a questa, una giovane donna cammina in avanti decisa con un bambino piccolo in braccio e una ragazza a fianco: questi individui, probabilmente, rappresentano le tre generazioni di una famiglia. Collegato a questo gruppo vi è un asino con un pesante carico e sopra una bambina, un ragazzo davanti è piegato a prendere l'agnello. A seguire si vede una donna che porta un pesante carico in capo e una culla, seguono altre due donne che si voltano a guardare verso Camerata in fiamme. Dietro di loro, altri personaggi entrano in scena, anche se tracciati meno chiaramente.
Oltre al dramma sommesso di questo evento terrificante che si è verificato, vanno avanti delle figure sul gruppo centrale e su entrambi i lati dove le scene esplicitano il terrore nei volti delle persone con una espressione disinibita. A sinistra, due donne con un foulard che scende sul capo, porgono un bambino alla croce con un gesto implorante. La pittura illustra con potenza la miseria ed il dramma del popolo ed il carattere della salvezza cristiana, che si trovano raffigurati nelle grandi travi incrociate in trono e l'immagine della Madonna sul muro del portico. Iconograficamente equivale a l'arte popolare tipica del XIX secolo, con motivi di fuga, d'inquietudine e di abbandono. Per quanto riguarda la forma artistica, rimangono diffusi e dominano i mezzi di espressione grafica che Weckesser ha ricevuto sotto la formazione di Kaulbach. Croce e portico danno il campo di immagine con una struttura ritmica verticale, che si sovrappongono nella disposizione piramidale delle figure.
Weckesser per l'attuazione del progetto ha elaborato dei dipinti di prova del primo piano, ed è evidente dai disegni di colore tradizionali: in questo contesto si nota l'evoluzione della composizione dei colori fatta con vari bozzetti ed i vari tentativi. Tuttavia, l'immagine perfetta non sembra il disegno colorato, ma certamente le molte gradazioni fatte con pennellate relativamente sciolte e la loro distribuzione sottile basata su una differenziazione dei colori locali che nel dipinto hanno un tono prevalente. Sull'origine del quadro e sulle circostanze che lo hanno determinato, ora siamo ben informati.
Weckesser nel 1858 si era trasferito a Roma, e sotto la guida di Ernst Stückelberg, suo mentore, ben presto ha avuto modo di conoscere i monti della Sabina (Monti Simbruini). È in questo periodo che dipinge il quadro Camerata, Felsendorf im Sabinergebirge bei Rom realizzato con pittura ad olio su carta/tela avente dimensioni 37,5 x 61 cm. Mentre era ancora nello studio di Stückelberg, Weckesser ha iniziato a lavorare al quadro Incendio nei monti della Sabina, contemporaneamente ha anche iniziato con gli studi di pittura di genere con quadri di simili dimensioni (150 x 210 cm). L'immagine dell' Incendio nei monti della Sabina è stata realizzata il 16 Maggio 1862 e fu completata nell'intervallo dell'Esposizione del 1863; fu acquistata dalla giuria con il contributo del Consiglio Federale Svizzero per l'importo di 6.000 franchi, a seguito di una estrazione a premi che ha visto Schaffhausen aggiudicarsi il quadro stesso. August Weckesser per il lavoro percepì un compenso di 500 franchi.
La visita al Museo di Schaffhausen
Al fine di condividere l'esperienza con più persone possibili, il 16 ottobre 2009 è stata indetta a Camerata una riunione pubblica per organizzare un viaggio al Museo di Ognissanti di Schaffhausen. Si è così formato un Comitato "Pro-Camorata", che il 12 di dicembre è partito per la Svizzera (5).
Al Museo di Ognissanti c'era ad accoglierci il direttore, Roger Fayet, di cui abbiamo registrato l'estrema gentilezza, il quale dopo un breve saluto di benvenuto ci ha portato nella sala dove è esposto il quadro. Appena trovatici di fronte alla pittura, siamo stati assaliti da una grande emozione che ha pervaso tutti noi ed anche la sala. La notizia del nostro arrivo, infatti, era stata preannunciata a giornali e radio locali ed ha destato molto interesse, tant'è che al nostro arrivo nella sala espositiva del Museo abbiamo trovato fotografi e giornalisti, i quali hanno toccato con mano l'entusiasmo con il quale abbiamo vissuto l'evento: vedere dopo 150 anni realmente il dipinto Brand im Sabinergebirge che documentava la distruzione del nostro antico paese.
La tela, m 1,5x2, è enorme, ed i personaggi che sono disegnati quasi a dimensione naturale sembrano vivi. Stando lì davanti, ci è sembrato di essere parte integrante del quadro e di rivivere il dramma dei Cameratani.
Un altro momento eccezionale è stato quando il direttore del Museo ci ha portato nel caveau dell'esposizione. Come da un cappello di prestigiatore, ha iniziato a tirare fuori piccole tele dipinte che Weckesser aveva creato come prove per il quadro Brand im Sabinergebirge. Via via ci ha fatto vedere fino a 7 tele, ognuna delle quali, tranne una, rappresenta una sorta di "prova generale" del quadro.
Così, ora sappiamo chi, quando e come dipinse il quadro più famoso di Camerata, e soprattutto sappiamo dove è conservato e che di esso esistono anche molte "prove" altrettanto belle.
Note:
1-A. TACCHIA, L'incendio di Camerata e gli "arcari", pp. 134-136, in Il passato e il presente. Riti, feste e tradizioni popolari nella valle dell'Aniene, 1996 Tendenze, Bagni di Tivoli. Ringrazio Artemio Tacchia per la collaborazione nella stesura di questo articolo.
2- Per avere notizie, avendo costruito il sito www.cameratavecchia.it, mi sono messo a cercare l'autore del quadro e la località. Ho incaricato anche altre persone che hanno contatti nell'ambito delle Sovrintendenze ai Beni Artistici nonché frequentano i cataloghi internazionali, ma con scarsi risultati.
3- In tedesco "Brand im Sabinergebirge" vuol dire "Incendio nei Monti della Sabina", e "Camerata, Felsendorf im Sabinergebirge bei Rom" sta per "Camerata, paese roccioso nei Monti della Sabina vicino Roma".
4- Di E. Stückelberg, nella valle dell'Aniene, è assai noto il quadro "Processione di ragazze anticolane" riprodotto in copertina al volume "Un paese immaginario: Anticoli Corrado", 1984 Ist. Poligrafico stato. Arrivò a Roma nel 1856, e dipinse a Vicovaro, Cervara e Anticoli, dove abitò per alcuni mesi nel 1858.
5- I giorni precedenti il nostro arrivo, giornali e radio locali hanno dato la notizia dell'avvenimento. Io stesso, il 12 dicembre, ho rilasciato una intervista alla radio. Riportiamo l'annuncio comparso sul sito ufficiale di Schaffhausen: "Museum zu Allerheiligen: Besuch aus Italien wird erwartet: Ein Bild im Museum zu Allerheiligen in Schaffhausen sorgt in einem italienischen Bergdorf für Begeisterung. Das Bild zeigt das Bergdorf Camerata Nuova. Genauer gesagt, wie das Dorf vor 150 Jahren einem Brand zum Opfer fiel. Eine Delegation aus dem Dorf Camerata Nuova wird übermorgen im Museum erwartet. Museumsdirektor Roger Fayet wird der Delegation berichten, wie das Gemälde entstanden ist und wie es seinen Weg ins Museum zu Allerheiligen gefunden hat. Das Werk des Winterthurer Künstlers August Weckesser zeigt das Leid der flüchtenden Bevölkerung".